sabato 9 aprile 2016

Un chiodo nel mio stivale: Majakovskij, l'arte, l'amore | Teatro Sala Uno


Un chiodo nel mio stivale è un intenso e sanguigno monologo ispirato a V.V. Majakovskij andato in scena presso il Teatro Sala Uno dal 5 al 7 aprile. Lo spettacolo è nato da un'idea di Daniel Terranegra ed è stato diretto da Reza Keradman.

Portare sulla scena la poesia è difficile si sa, il più delle volte un'operazione pesante, accademica e priva di furore. Quindi se avete questo tipo di pregiudizio, qualora lo spettacolo tornasse in scena, vi consigliamo in questo caso di rinchiudere i vostri pregiudizi nel cassetto e staccare il biglietto per andare a teatro. Un'operazione poetico/artistica inusuale, la quale ripercorre la vita del poeta, il sogno di un ragazzo russo che non aveva presagito il suo avvenire e che è entrato a far parte della schieza delle leggende mondiali. La rivoluzione è il filo rosso che guida lo spettatore in questo insolito viaggio, rivoluzionario, quasi, è il modo in cui questo viaggio viene condotto. A metà tra l'uomo di teatro e l'uomo di strada, Daniel Terranegra traccia la via del racconto tra sentieri di luci e ombre, non come un qualsiasi attore farebbe, ma con l'ardore di un artista appassionato che nutre un amore spropositato e te lo racconta. Il teatro è il luogo in cui tutto questo avviene, con una tale passione, con una tale autenticità che si diventa intimi al narratore, al suo cuore, come se quel luogo non fosse un teatro, ma la sua camera da letto, un luogo intimo in cui le passioni segretamente prendono forma e divengono poesia.

In questa estensione della propria intimità, Terranegra ci rende partecipi di un viaggio poetico, che è prima di tutto un viaggio d'amore. L'amore nel compiere un gesto incosciente e a tratti rivoluzionario se vogliamo, come può essere oggi fare arte. Il comunismo è un'utopia politicamente irrealizzabile, ma è assolutamente possibile poeticamente, così come può essere l'arte, il teatro. È possibile un mondo dove possiamo tutti attingere all'arte, in maniera uguale e con la stessa comprensione? No. Eppure incoscientemente, pur sapendo che la nostra sarà una sconfitta, lottiamo per vincere fino all'ultimo secondo sognando questa rivoluzione impossibile. La forza di questa narrazione sta proprio, crediamo, nella sua genuinità, nella forza dell'esperienza diretta e senza filtri degli intermezzi, nella sua nuda e autentica rivelazione. Un lavoro puro, mai arrogante, che non vuole essere "lezione" ma autentica "condivisione", di un sogno, di una scoperta interiore, che ti fa entrare così a fondo nello spirito c
he vorresti sorseggiare vodka mentre lo guardi: perché è meglio morire di vodka, che morire di tedio. 


Un chiodo nel mio stivale 
ispirato a V.V. Majakovskij 

Da un idea di Daniel Terranegra 
per la regia di Reza Keradman 
Con Daniel Terranegra 
Disegno Luci Hossein Taheri. Scene Valeria Mangió
Aiuto Regia Francesco La Mantia

Teatro Sala Uno

Piazza di Porta San Giovanni 10

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