lunedì 14 marzo 2016

Com'è grottesta questa nostra Italia | Il rimpasto al Teatro dei Documenti

Sarà in scena ancora fino al 20 marzo al Teatro di Documenti, la commedia satirica "Il Rimpasto", di Daniele Trovato, già vincitore di numerosi premi: vincitrice nel 2013 del Premio Tragos per la Nuova Drammaturgia e del Premio Sipario Carlo Terron. L'intento è chiaro, ridicolizzare il ridicolo, distorcere il distorto, farseggiare la già ridicola farsa politica italiana. Quantomeno non si può "pateticizzare" ciò che già piuttosto patetico. In scena dunque i vizi, i vezzi, il patetismo della classe politica italiana, vestita in una chiave umoristica e farsesca per addolcire la pillola; esatto, perché se è vero che ci si diverte a star dietro alla trama, è pur sempre di noi stessi che si sta ridendo, o meglio, di chi alle nostre spalle ci irride. Il politico italiano: questo clown contemporaneo, a volte un po' teatrale, spesso inetto e incapace, questo esercito di rappresentanti, somiglianti più all'armata Brancaleone che a dei veri condottieri in grado di guidare una nazione, sono qui rappresentati col più irreverente sarcasmo. Ci sono tutti gli animali tipici dell'arena politica: dal premier bamboccione, un po' tontolotto ma con un bel visetto simpatico, la valletta strappata ai calendari per finire all'allietare le gioie del ministero dell'Interno (di che interni si parli stendiamo un velo pietoso..), al ministro sgobbone e diligente, vecchia volpe, forse un onesto, che il suo lavoro lo sa fare ma a costo di tenere la bocca chiusa, al ministro esaltato della difesa, un fantoccio anche lui, perché di difendere sono anni che non ce n'è bisogno e la guerra è diventata sempre più lontana e una cosa da manovrare a piacimento per smuovere un po' d'elettorato. E poi il leghista, arrivista subdolo, spietato e diplomatico, pronto a mettere le mani sul potere sfruttando le brezze favorevoli (e ci teniamo a proposito, pur consci della coralità del lavoro, a fare una menzione per l'ottimo Aleksandros Memetaj, davvero molto bravo a bilanciare grottesco e naturalismo). Contorni da affiancare alla portata principale, ma essenziali a completare il luculliano banchetto politico, alcune figure importanti del grande circo repubblicano: la ministra sgobbona, frutto del rimpasto, competente ma politicamente ininfluente; l'avvenente presentatrice per dare quel pizzico di spettacolarità agli eventi, trasformando l'informazione in intrattenimento; la giornalista collusa che sa bene cosa mettere in agenda per smuovere le coscienze popolari. 

Una danza sconnessa, scomposta, marionettisti che allegramente in questa giostra muovono fili e come tessitori stendono il lenzuolo su cui ricameranno l'immagine del  proprio elettorato. L'elettore prima di essere un cittadino che richiede determinate norme è un numero, un numero che alla fine dei conti può pesare, un pesetto impercettibile messo su una bilancia volto a spostare il consenso maggioritario. E si pensa a tutto: ad accontentare due milioni di italiani devoti al Bonji, misteriosa disciplina giapponese, salvo poi scontrarsi con gli oltre 2 milioni di elettori cattolici, contrari al Bonji. Vecchi e nuovi espedienti, la giostra che gira, che gira, l'equazione deve essere risolta portando a casa il numero massimo di voti. E i polli sembrano loro, sciocchi, infantili, invece i polli siamo noi, pronti a correre al primo lancio di granturco, a beccare a terra coi culi alti pronti a farci staccare una ad una tutte le piume. La giostra si ferma, riparte, così, da anni. Un gioco troppo ridicolo per avere ancora la forza di riderci su: come si fa a starsene ancora con quei sorrisoni? Ma noi ridiamo ancora, e ancora. E la giostra gira, ancora, e ancora, e ancora.. per quanto?



IL RIMPASTO 
 di Daniele Trovato 
con Chiara Acaccia, Corinna Bologna, Stefania Capece Iachini, Vincenzo Iantorno, Federico Lucidi, Aleksandros Memetaj, Ilaria Manocchio, Roberta Morelli, Valerio Riondino, Riccardo Toselli, Fabio Versaci, diretti da Ilaria Manocchio. 

 TEATRO DI DOCUMENTI 
via Nicola Zabaglia 42 
fino al 20 marzo (dal venerdì alla domenica)

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